La Presidente del nostro Osservatorio alle Audizioni in Senato sui ddl 824 e conn. (Maternità surrogata)
MATERNITA’ SURROGATA: IMPLICAZIONI ETICHE E ANTROPOLOGICHE
La presente relazione dell’Osservatorio di Bioetica di Siena alla Commissione Sanità del Senato ha lo scopo di focalizzare le implicazioni etico-biomediche e antropologiche correlate alla Maternità Surrogata.
La Maternità Surrogata (MS) segna il cambiamento epocale che stiamo vivendo contrassegnato da un diverso modello antropologico caratterizzato da un neo-individualismo, dal desiderio-diritto, dall’autodeterminazione come unico parametro assiologico, che pretende la libertà dai legami relazionali e dai condizionamenti posti dalla stessa natura umana. Sono cadute così, certezze granitiche fino a pochi anni fa, “rivelate dalla profonda metamorfosi del diritto che svela il cambio d’epoca in cui ci troviamo, caratterizzato appunto dalla verticale caduta di ogni riferimento assiologico socialmente condiviso”.1
Stiamo vivendo in un’epoca caratterizzata da una totale destrutturazione dell’identità umana e si è varata una vera e propria forma di nuova “ingegneria” antropologica e sociale che mira, tramite l’illusione di una superiore raggiunta libertà, ad asservire totalmente l’essere umano negandone la natura e i tratti essenziali2.
Il lavoro presentato si articola in tre punti fondamentali:
- Eliminazione della maternità
- Mercificazione della donna
- Il figlio: oggetto o soggetto?
ELIMINAZIONE DELLA MATERNITA’
La MS rappresenta “l’eclissi della maternità”, “l’eliminazione della concezione stessa del materno, della dimensione della maternità anche fuori della generazione fisica di un figlio, ma è lo straordinario vissuto della gravidanza del partorire ad esserne il paradigma. Un paradigma che la surroga di maternità muta radicalmente”3: l’eliminazione cioè delle verità naturali, del rapporto costitutivo-identitario di ogni uomo.
Le ultime frontiere: l’utilizzo come “utero in affitto” di donne in stato vegetativo persistente (PVS), definito come “donazione gestazionale di tutto il corpo (WBGD, Whole-Body Gestational Donation), proposta da Anna Smajdor, docente di Bioetica Medica Università di Oslo4 fino all’ ectogenesi (utero artificiale) che ha come scopo l’eliminazione della donna, nella sua dimensione naturale di generare la vita.
Tutto questo non può non interrogarci e implicare importanti considerazioni bioetiche.
“Siamo di fronte, simultaneamente, alla privatizzazione del processo di perpetuazione della specie e all’appropriazione soggettiva del processo vitale”5. A ciò manca la consapevolezza che il “figlio è l’ultima relazione primaria rimasta: irrevocabile, insostituibile”6, “quella dove ciascuno di noi può riconoscersi (non tutti sono padri e madri, ma tutti siamo figli”7).
Nella MS avviene la frantumazione, la scomposizione del rapporto madre e figlio.
“La maternità surrogata è essenzialmente un matricidio. La Maternità Surrogata è ormai diventata un modo di tagliare e dividere la maternità biologica in tre parti: una donatrice di ovociti, che si sottopone a procedure di fecondazione in vitro dolorose e pericolose; una madre “gestazionale” che affronta tutti i rischi della gravidanza e del parto; e una madre o un padre “adottivo”8.(Phyllis Chesler)
Si possono distinguere, infatti, due forme di MS: tradizionale (traditional gestational carrier) o genetica o totale, in cui la stessa donna svolge il ruolo sia genetico che gestazionale. I suoi ovociti verranno fecondati dal futuro padre o da un donatore di sperma. La gravidanza fa seguito ad una fecondazione artificiale intracorporea (inseminazione artificiale) o extracorporea (FIV In Vitro Fertilization o ICSI – IntraCytoplasmic Sperm Injection e successivo embryo-transfer FIVET.)
Mentre nella MS ospitante o parziale (gestational carrier o gestational surrogate), la donna esercita solo il ruolo gestazionale: si ricorre alla FIV o ICSI e successivo embryo-transfer utilizzando l’ovocita che proviene dalla madre committente (intended mother) o da una donatrice ed è fecondato dal padre committente (intented father) o da un donatore. In alternativa, si ricorre alla donazione di embrioni. In questa fattispecie quindi la madre surrogata non ha alcun legame genetico con il bambino, viene così reciso ogni legame tra nascituro e gestante, la quale avrà anche maggiori difficoltà legali a difendere eventuali ripensamenti, proprio perché è solo birth mother. Questa è la forma di MS più diffusa.
Quella che fornisce il patrimonio genetico?
Il figlio eredita dai donatori di gameti, il colore degli occhi, il colore dei capelli e purtroppo potrà avere malattie su base genetica.,
Quella che lo porta in grembo nove mesi?
Quella che ha commissionato/comprato il figlio e se ne prenderà cura?
Questa domanda già difficile per esperti della materia diventa ancora più complessa se a porsela è il bambino che può chiedersi: Chi è mia madre? Di chi sono figlio?
Il CNB tra l’altro si è pronunciato in merito al problema sulla conoscenza delle proprie origini del bambino, in un parere del 2011 raccomandando che, durante l’età minorile del nato da Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) eterologa, spetti alla responsabilità dei genitori informare il figlio sulla propria origine attraverso filtri e criteri appropriati e che, nella maggior età , sia riconosciuto dal legislatore il diritto del nato ad accedere alle informazioni in merito alle proprie origini biologiche, qualora lo richieda, in coerenza con testi di diritto internazionale.9
“Dal punto di vista psicologico il bambino può essere in grado di adattarsi a questa realtà, ma da un punto di vista antropologico: che diritto noi abbiamo di mettere il bambino nella condizione di porsi questa domanda?”10(Alessio Musio)
“Vi è una molteplicità di soggetti che concorrono all’evento: il donatore degli spermatozoi, la donatrice degli ovociti, l’incubatrice degli ovociti fecondati, il compagno o la compagna di colei che porta in grembo l’ovocita fecondato.
E’ la negazione dell’essenza stessa della famiglia naturale, così come l’abbiamo intesa da sempre, ridotta ad una delle possibilità della realtà. Oggi attraverso queste tecniche, possiamo arrivare ad avere fino a quattro madri: due genetiche, una gestazionale, una legale. Ma io penso, che un figlio con tante mamme è un bambino orfano, senza madre”. (Assuntina Morresi)
L’utero materno è un semplice “incubatore biologico”?
Tutto questo si scontra con la realtà, infatti:
“L’epigenetica moderna mostra chiaramente che la madre surrogata ha un’influenza particolarmente importante sul futuro e sulla vita del bambino – indipendentemente dall’informazione genetica scritta nel DNA.”.11
Il rapporto di tipo epigenetico tra la gestante e il feto è un vero e proprio dialogo biochimico e sensoriale, denominato cross-talk12, uno scambio incrociato relazionale tra mamma e bambino presente fin dai primi giorni di vita intrauterina.
Carlo Bellieni , neonatologo di fama internazionale e membro della European Society of Pediatric Research dice che la “Cavità intrauterina, un microcosmo pieno di stimoli: rumori (voci, battito cardiaco della mamma, respiro materno, suoni esterni), sapori e odori (tutto quello che la mamma mangia viene filtrato e in certa misura passa nel liquido amniotico e lo impregna di odori e sapori), movimento (la mamma ballerina darà stimoli ben diversi dalla mamma confinata a letto per motivi di salute)”.13
Il bambino annidato nell’utero comunica e interagisce con la madre, ne modifica il ritmo e le abitudini di vita, influenza i gusti… La psiche materna reagisce coscientemente e incoscientemente in funzione di quello che è l’essere umano concepito, in particolare dell’identità che possiede. L’essere umano possiede dunque anche un’identità “concezionale” che gli è propria. Questa identità suscita un’attività di rappresentazione nella madre (e negli altri) che partecipa alla costruzione dello spazio materno di differenziazione e di identificazione psichica. Pertanto, nel caso della maternità surrogata tale esperienza unica e irripetibile si interrompe e si perde del tutto dopo il parto.14
Un documento dell’Accademia medica nazionale francese sulle implicazioni cliniche, etiche, sociali e giuridiche della “gestation pour autrui” invita a considerare il microchimerismo materno-fetale tra i dati significativi per una valutazione responsabile di che cosa implicherebbe, anche solo sul piano biologico, una riduzione della gravidanza a mera ‘prestazione d’organo’.
Il Microchimerismo Materno-Fetale è uno scambio bidirezionale di cellule fetali e materne, che ha lo scopo all’inizio della gravidanza, di far sì che l’embrione non venga rigettato dalla madre, ma lo scambio materno -fetale è molto più complesso ed ampio. È stato dimostrato infatti che le cellule progenitrici associate alla gravidanza (pregnancy-associated progenitor cells (PAPCs) attraversano la placenta e vanno a colonizzare diversi organi materni tra cui il cervello, i polmoni, il cuore, il midollo, la milza, i reni e il fegato. Giunte a destinazione, le PAPCs vanno a differenziarsi in maniera specifica a seconda della sede, integrandosi alla popolazione già esistente di cellule materne, pur mantenendo il proprio DNA, diverso da quello materno.
Tali cellule le possiamo dimostrare dal 7° giorno di gravidanza a 27 anni dopo nel corpo della madre e cellule del corpo della gestante vengono ritrovate nel bambino e nell’adulto; il fenomeno può riguardare non solo le cellule della partoriente ma anche quelle ricevute da sua madre o da un feto portato da una gravidanza precedente (fratello gestazionale).
Uno studio15, dimostra che tali cellule insieme agli ormoni della gravidanza provocano una perdita quantitativa programmata di parte del sistema limbico ridondante e vengono riorganizzate le connessioni neuronali per rendere più efficaci aree che ottimizzano l’attaccamento tra mamma e bambino. Il feto ha quindi un ruolo attivo sorprendente nel modulare la capacità della mamma di amarlo, dicono gli autori di questo bello studio, un dialogo misterioso ed affascinante, che solo ora cominciamo a decifrare.
Alcuni studi sperimentali hanno dimostrato la capacità riparativa delle cellule microchimeriche del feto su modelli di tessuto miocardico infartuato, tessuto cerebrale (pazienti affetti dal morbo di Parkinson) o tumorale: il bambino aiuta a “riparare” la mamma mentre lei si occupa del suo sviluppo e sopravvivenza.
Una analisi evolutiva del microchimerismo materno fetale fatto da ricercatori americani dell’Arizona State University mette in luce che c’è ancora molto da indagare sul ruolo del microchimerismo fetale nell’allattamento, nella funzione tiroidea, nelle malattie autoimmuni, nel cancro e nella salute emotiva e psicologica materna.16
La MS dilata le questioni etiche e antropologiche legate alla PMA.
La procreazione delegata alla tecnica ha completamente scisso il processo procreativo dall’”effetto” della riproduzione (il figlio). La FIVET delega la procreazione alla tecnologia e la MS, fa un passo avanti delega anche la gestazione e il parto.
“L’essere umano ingegnerizzato e riprogettato diventa una merce umana. Nell’era della sua riproducibilità tecnica, questo essere umano nasce come una merce già prodotta dalla PMA e dall’industria dell’ingegneria genetica. Quando la procreazione diventa un’operazione tecnica in laboratorio, i corpi e i processi viventi perdono la loro indisponibilità all’appropriazione da parte del biomercato e delle tecnoscienze. L’embrione diventa il prodotto, e ciò che è un prodotto può essere sottoposto a qualsiasi sperimentazione e manipolazione. La modificazione genetica è una parte strutturale dell’ambiente di laboratorio e della concezione artificiale su cui si basa”.17 18(Alan H.DeCherney, pioniere della FIV)
La differenza tra riprodursi, e generare caratterizza l’uomo.
Tutto questo documenta l’“odierna mitologia del progresso secondo cui ogni possibilità tecnica costituisce di per sé un bene per l’uomo, evidenziando che, un progresso tecnico disancorato dalla dimensione etica-morale, costituisce sempre un progresso anti-umano, cioè un regresso”19
Complicanze correlate alle varie tecniche di fecondazione artificiali
Le complicanze materne della PMA sono:
- la sindrome da iperstimolazione ovarica che nelle sue forme più gravi può comportare ascite, idrotorace, shock, aumentato rischio di tromboembolismo e conseguente ictus e ARDS (Adult Respiratory Distress Sindrome);
- gravidanze ectopiche (extrauterine con rischio di emorragie materne anche mortali;
- gravidanze multiple (bi o plurigemellari con il rischio di gravi complicanze quali anemia, eclampsia, idramnios, parto pretermine;
- aumentata morbilità materna durante la gravidanza.
Nel 2021 è stato pubblicato una review sul rischio di sviluppare il cancro della mammella in donne sottoposte a tecniche di fecondazione in vitro. La conclusione di tale importante review è che “il rischio di cancro al seno può aumentare nelle donne con una storia familiare positiva e geni ereditari correlati. Pertanto, le donne candidate alla fecondazione in vitro dovrebbero essere informate delle probabili implicazioni delle tecniche di terapia riproduttiva”.20
Rischi per il bambino
Tali patologie sono state correlate a vari fattori:
a) nelle tecniche come FIVET e ICSI manca quella selezione naturale dei gameti prevista dalla procreazione naturale;
b) nel rapporto naturale vengono prodotti circa 300 milioni di spermatozoi e solo il migliore sotto il profilo genetico arriva a fecondare l’ovulo;
c) la iperstimolazione ovarica produce ovociti non di prima qualità.
Inoltre ormai sono numerose le segnalazioni nella letteratura medica internazionale di rischi di difetti congeniti e di sviluppo di tumori maligni nei bambini concepiti con tecniche di fecondazione artificiale. 21 22 23 24
Un recente studio (Cancer Risk Among Children Born After Fertility Treatment. JAMA 2 maggio 2024) documenta un aumentato rischio di tumori nei bambini nati dopo trattamento della fertilità.25 Utilizzando le informazioni del Registro nazionale madre-bambino francese, Rios et al. valutano il rischio di cancro infantile tra oltre 8,5 milioni di bambini nati tra il 2010 e il 2021 (con follow-up fino a giugno 2022) confrontando quelli nati dopo il trattamento per la fertilità con quelli concepito naturalmente. Gli autori non hanno riscontrato alcun aumento complessivo del rischio di cancro infantile tra i bambini nati dopo il trattamento della fertilità con tecnologie di riproduzione artificiale (ART; ovvero trasferimento di embrioni freschi [ET] e trasferimento di embrioni congelati [FET]) e inseminazione artificiale. Nelle analisi di specifici tipi di cancro, i bambini nati dopo la FET avevano un rischio maggiore di leucemia linfoblastica acuta (ALL), con un rapporto di rischio (HR) di 1,61 (IC al 95%, 1,04-2,50). Inoltre, in un’analisi di una coorte ristretta di bambini nati tra il 2010 e il 2015, il rischio di leucemia era significativamente aumentato anche tra i bambini nati dopo un recente ET, con un HR di 1,42 (IC al 95%, 1,06-1,92). I principali limiti degli studi pubblicati fino ad oggi includono campioni di piccole dimensioni, che portano a stime di rischio imprecise, e dati raccolti retrospettivamente auto-riferiti, che portano a potenziali errori di richiamo. Lo studio di Rios et al è il più ampio fino ad oggi basato su dati di registro di alta qualità e quindi aggiunge grande valore alla letteratura pubblicata.
Melinda Cooper e Catherine Waldby, nel loro libro “Biolavoro globale. Corpi e nuova manodopera” delineano con molta chiarezza come la riproduzione umana, attraverso le pratiche della cosiddetta donazione di gameti maschili e femminili, le tecniche di riproduzione artificiale e il ricorso alla maternità surrogata, costituisce una nuova voce del “lavoro” umano, al cui centro resta prevalentemente il corpo femminile. Le due autrici analizzano il lavoro riproduttivo e della medicina rigenerativa ai tempi del “biopotere” focalizzandosi non sulle questioni etiche-giuridiche ma sulle condizioni di vita di questa “manodopera clinica” segnalando che da quando riproduzione e sessualità si sono disconnesse le donne sono entrate in questo mercato di lavoro “riproduttivo”, lavoro precario senza nessuna forma di controllo.
“La rilettura, con categorie economiche, di una vicenda che ha una rilevante portata antropologica, aiuta a chiarire, senza troppi paraventi, il contesto nel quale si sta riscrivendo la procreazione umana e mette in luce le diverse forme di sfruttamento delle donne che, in diversi paesi Paesi, sono indotte, per motivi economici, a diventare madri gestanti su commissione altrui. Quella economica non è una questione secondaria rispetto alla valutazione etica di queste prassi, che in alcuni Stati sono legali, perché evidenzia come sia facile trattare come merce il corpo umano.”26 (Adriano Pessina)
MS afferma una logica mercantilistica, neoliberale, con la nascita di un nuovo mercato umano, “mercati della carne”, secondo la dura espressione di Sylviane Agancinski.27
In realtà una nuova forma di schiavitù, che gli occidentali ricchi e benestanti esportano nelle parti più fragili del mondo.
Il bambino, il figlio è ridotto ad “oggetto di compravendita”, venduto o ceduto.
L’espansione dell’economicismo ovvero dell’ideologia che ritiene tutto sia “economicamente valutabile finanche la commercializzazione dell’essere umano”28.
“Nella surrogazione assistiamo allo svuotamento assiologico della corporeità (e della sessualità) in uno dei modi più radicali nella storia della donna: l’identità unitotale, per la quale la persona ha ed è il suo corpo, viene scissa in un dualismo estremo, provocandone l’alienazione ed astrazione come ingranaggio di mercato; che materializza e de-sostanzializza la co-appartenenza della persona con la corporeità. Porre al centro del dibattito il problema del corpo è tanto inusuale quanto significativo se si vuole incardinare la surrogazione nella più ampia questione storica della condizione femminile”.
Se il corpo, da inalienabile e inviolabile, diviene risorsa biologica, in ambito riproduttivo, il dono subisce la trasformazione in prodotto commerciale, quando, all’opposto, la categoria del dono si pone in netta contrapposizione con la prestazione, la proprietà e dinamiche di retribuzione/rimborso.” (Giulia Bovassi )
Per rendersi conto di questa realtà basta consultare i modelli contrattuali di MS disponibili sul mercato (consultando internet) ad opera di intermediari (agenzie /cliniche) che seguono l’intero processo.
Secondo la società di consulenza per ricerche di mercato Global Market Insights “entro il 2032 varrà 129 miliardi di dollari”, con un numero crescente di coppie dello stesso sesso e single alla ricerca di modi per avere figli, come rivela la Cnbc.
A lungo l’India è stata la “fabbrica” delle surrogate. La scrittrice inglese pluripremiata Kishwar Desai ha denunciato sul Guardian che “c’erano ospedali in cui le donne erano tenute per nove mesi, facendo nascere il figlio di qualcuno per due o tremila sterline. Puro sfruttamento”. Dal 2015, il divieto di questa pratica in paesi come Nepal, India e Thailandia ha reso l’Ucraina la “capitale mondiale dell’utero in affitto”. Poi la guerra in Ucraina – che ha in mano un quarto del mercato mondiale dell’utero in affitto – ha spinto la surrogata verso nuovi mercati. Fino allo scorso anno, l’Ucraina era il secondo mercato di maternità surrogata al mondo dopo gli Stati Uniti. Ora va fortissimo la Georgia, che ha leggi lassiste come quelle dell’Ucraina. Nel frattempo, anche il Messico e parti dell’America Latina hanno registrato un boom. In Georgia, come in Ucraina, i programmi di MS commerciale costano 40-50.000 dollari, in Messico 60-70.000 e 120.000 negli Stati Uniti.
La MS è di per sé un fenomeno commerciale: non può esisterne una forma gratuita, e tanto meno “solidale”, proprio per la natura stessa di questo nuovo paradigma di maternità.
La MS può rientrare nel paradigma del dono?
La logica del dono impone di rifiutare tutto ciò che è in distonia con le sue leggi, in particolar modo l’utilitarismo e la subalternità.
Il proprio corpo usato ai fini della riproduzione e generazione di una vita, poi ceduta, rappresenta un uso utilitaristico del proprio corpo, una “reificazione”, che contraddice il paradigma del dono.
L’asimmetria dello status sociale, tra coppia committente e madre gestazionale, ha all’origine una subalternità ed anche se avenisse al di fuori di una “logica commerciale”, contraddice il paradigma del dono.
Ancora più grave, all’interno di “relazioni familiari”, generando nel bambino inevitabili e drammatiche “confusioni” relazionali,
L’invasità delle procedure, il non rispetto della privacy e della dignità della madre gestazionale ed i meccanismi di selezione (si scelgono nei cataloghi il colore degli occhi e dei capelli”) contraddicono alla base il paradigma del dono.
In presenza di asimmetrie così evidenti, in presenza di rapporti subalterni, in presenza di mercificazioni /reificazioni di soggetti coinvolti, in particolare madre gestante e nascituro, si contraddice alla base qualsiasi logica solidale.
Chi sostiene la surroga “solidale” argomenta che essa possa seguire la stessa logica dei trapianti d’organo: un percorso costoso e articolato, ma senza alcun compenso per la donna che mette a disposizione il proprio corpo, cedendo alla fine un neonato che tra l’altro, quasi sempre, non le appartiene geneticamente. Ma l’analogia non regge, innanzitutto perché ad essere ceduto è un bambino, e non organi, cellule o tessuti.
Non viene offerto un “servizio gestazionale” “una prestazione d’opera”, perché non c’è nessun servizio gestazionale senza la presenza del bambino, ciò è dimostrato dalle numerose contestazioni legali che sorgono quando la madre gestazionale decide di non “rispettare il contratto” e di tenere il bambino.
Nella donazione di organi si salva una vita umana o si migliora oggettivamente la qualità della vita (nel caso dei trapianti di rene), nella MS si soddisfa un desiderio, una “esigenza vitae” di avere un figlio, ma un desiderio non può mai diventare un diritto di “sfruttamento” della madre gestazionale e un diritto di “possesso” di un bambino.
E, soprattutto, se si volesse considerare la surroga come la donazione degli organi, allora bisognerebbe utilizzare gli stessi criteri. Chi vuole un bambino non dovrebbe scegliere su catalogo i “donatori” di gameti, selezionando quelli con le caratteristiche desiderate, né la madre surrogata, ma dovrebbe affidarsi “alla cieca” all’agenzia specializzata: nel trapianto di organi il ricevente non sceglie il donatore, né l’organo. Ma in nessun luogo al mondo in cui l’utero in affitto è legale avviene questo. Al contrario, la gravidanza conto terzi continua a seguire le regole della fecondazione eterologa, sempre associata alla possibilità, per chi desidera un bambino, di scegliere i gameti esterni: non esiste un solo paese in cui i gameti disponibili nelle biobanche siano assegnati casualmente a chi vuole diventare genitore senza utilizzare i propri. Inoltre, la complessità della gestione della MS richiede anche per la forma solidale, un rimborso spese sotto il quale si cela un vero e proprio “commercio sommerso”
FIGLIO: OGGETTO o SOGGETTO?
“Può essere attribuito un genitore ad un bambino attraverso un atto di volontà oppure c’è bisogno di qualcos’altro? In altri termini la vita di un bambino è un fatto privato (atto di volontà-contratto) oppure è un fatto comunitario che interessa tutta la società?
Se la vita umana fosse un fatto privato, suscettibile di essere determinata nella sua conformazione, evoluzione, identità allora non sarebbe un “diritto inviolabile”.
Ma ciò contraddirebbe proprio quanto faticosamente e dopo situazioni storiche aberranti c’è scritto in tutte le convenzioni internazionali: “La Convenzione europea dei diritti dell’uomo garantisce i diritti fondamentali, come il diritto alla vita”.
E i diritti inviolabili di un soggetto che sta per venire al mondo sono presidiati dalla comunità e non dall’arbitrio individuale.
Ad oggi le comunità umane organizzate hanno stabilito che chi nasce è figlio della donna che l’ha partorito e che in caso di abbandono si proceda ad un’assegnazione pubblicistica (non privatistica) del bambino ad una coppia che abbia i requisiti di genitorialità stabiliti da una procedura legale che abbia analiticamente vagliato l’idoneità della coppia a vivere con un bambino, formarlo, aiutarlo a crescere.
È esattamente questa la tutela che l’ordinamento appresta al diritto inviolabile del bambino.
Tutto questo salta drammaticamente nella surrogazione di maternità perché ad una procedura pubblica di verifica della idoneità genitoriale si sostituisce una convenzione privata che può essere riempita a piacimento dei committenti.
Muore così il diritto inviolabile del soggetto nato” 29(Alberto Gambino)
Per la prima volta nella storia dell’umanità il figlio da soggetto di diritto diviene oggetto di diritto sottoposto a dettami dei committenti. Il bambino viene reificato, per poterne disporre in dinamiche di ideazione-produzione-abbandono-restituzione, questo trasgredisce appieno il concetto universalmente accettato su cui si fondano i diritti umani: l’essere umano, proprio perché tale, deve essere tutelato da ogni forma di abuso, offesa, compravendita, sperimentazione, lesione.
Principi condivisibili, ma continuamente contraddetti dalla manipolazione, soppressione e nella compravendita di nascituri prodotti perché desiderati.
Adoperarsi per rendere la surrogazione di maternità un reato perseguibile ovunque significa quindi rifiutarsi di ridurre la gravidanza e il parto a una prestazione d’opera contrattualizzata, e quindi soggetta alle leggi dell’offerta e della domanda; significa chiamarsi fuori dal mercato dell’umano reso possibile da certe nuove tecnologie, e riconoscerlo come una violazione della dignità e dei diritti fondamentali delle persone che ne diventano oggetto, cioè i nati, chi fornisce i propri gameti e le gestanti, a prescindere dal consenso dato da queste ultime. Su questo punto è importante essere chiari: se per sanzionare lo sfruttamento degli esseri umani dovessimo dipendere dalla percezione personale o dalle dichiarazioni di volontà delle persone oggetto di trattamento degradante, verrebbe a cadere il fondamento stesso dei diritti umani. Se l’abuso di esseri umani non fosse oggettivamente riconoscibile, ma dipendesse dalle sensibilità individuali, sarebbe inevitabilmente regolato dalla legge del più forte (il mercato). Non a caso, non è consentito stipulare “liberi contratti di schiavitù”.(Assuntina Morresi)
Occorre un lavoro comune da parte della politica, della società tutta per poter ritornare alla cosa più naturale costitutiva della comunità umana, cioè la maternità, la gravidanza anche per le donne più indigenti tornando ad affermare il legamene indissolubile tra la madre e il bambino concepito e portato in grembo per nove mesi.
- Per un diritto antropologicamente fondato, di fronte al cambio d’epoca, in L-IUS, Rivista semestrale del Centro Studi Livatino, gennaio 2022, fascicolo 2-2021 Domenico Menorello, https://l-jus.it/per-un-diritto-antropologicamente-fondato-di-fronte-al-cambio-depoca/ ↩︎
- Introduzione alla Bioetica. Temi e problemi attuali. Aldo Rocco Vitale Ed. Il Cerchio ↩︎
- https://www.tempi.it/materno-sotto-attacco-utero-in-affitto-reato-universale/ Assuntina Morresi ↩︎
- Whole body gestational donation. Smajdor, A. Theor Med Bioeth 44, 113–124 (2023). https://doi.org/10.1007/s11017-022-09599-8 ↩︎
- Il figlio del desiderio. Una rivoluzione antropologica, M. Gauchet Vita e Pensiero, Milano 2009, p. 56 ↩︎
- La società del rischio. Verso una seconda modernità, U. Beck, Carocci, Roma 2000, p. 175. ↩︎
- Relazione tenuta da Giulia Bovassi in occasione della 68^ Sessione della Commissione sullo status delle donne – 20 Mar 2024, Conference Room 12, General Assembly Building, Headquarters of the United Nations (NYC).
“Too high a cost: End surrogacy now Preventing the exploitation and commodification of women and children”,Permanent Observer Mission of the Holy See and ADF International, with Juristes Pour L’Enfance Le Syndicate de la Famille ↩︎ - Towards the Abolition of Surrogate Motherhood. International Coalition for the Abolition of Surrogate Motherhood ICASMPhyllis Chesler pag. 65 Marie-Josèphe Devillers . Ana-Luana Stoicea-Deram ↩︎
- Comitato Nazionale di Bioetica: Conoscere le proprie origini biologiche nella procreazione medicalmente assistita eterologa. 25 novembre 2011 ↩︎
- Baby Boom. Critica della Maternità Surrogata. Alessio Musio. Ed. Vita e pensiero. ↩︎
- L’inizio dell’esistenza dell’ambiente e il fondamento dell’uomo. Georg Simbruner Ed.EAI ↩︎
- Maternal -embryonic cross-talk. A. Hill Annals of the New York Academy of Sciences, Sept.2001,943,17-25 ↩︎
- Sento dunque sono. Sensi e sensazioni del feto. Carlo Bellieni Ed. Cantagalli ↩︎
- Godersi la gravidanza. Carlo Bellieni. Ed. Ancora ↩︎
- The love-shaper: role of the foetus in modulating mother-child attachment through stem cell migration to the maternal brain. Tartagni MV, Graziottin A. Eur J Contracept Reprod Health Care. 2023 Aug;28(4):216-222. doi: 10.1080/13625187.2023.2216326. Epub 2023 Jun 9. PMID: 37293833. ↩︎
- Fetal microchimerism and maternal health: a review and evolutionary analysis of cooperation and conflict beyond the womb. Boddy AM, Fortunato A, Wilson Sayres M, Aktipis A Bioessays. 2015 Oct;37(10):1106-18. ↩︎
- Clinical Labor. Tissue Donors and Research Subjects in the Global Bioeconomy, Melinda Cooper e Catherine Waldby Duke University Press 2014 ↩︎
- Towards the Abolition of Surrogate Motherhood. International Coalition for the Abolition of Surrogate Motherhood ICASM. Silvia Guerinipag. 92 Marie-Josèphe Devillers . Ana-Luana Stoicea-Deram ↩︎
- Introduzione alla Bioetica. Temi e problemi attuali. Aldo Rocco Vitali. Ed. Il Cerchio ↩︎
- In-Vitro Fertilization Impact on the Risk of Breast Cancer: A Review Article. Farhud DD, Zokaei S, Keykhaei M, Hedayati M, Zarif Yeganeh M.: Iran J Public Health. 2021 ;50(3):438-447. ↩︎
- Long-Term Effects of ART on the Health of the Offspring. Ahmadi H, Aghebati-Maleki L, Rashidiani S, Csabai T, Nnaemeka OB, Szekeres-Bartho J. International Journal of Molecular Sciences S1;24, 2023 ↩︎
- Analysis of risk factors for recurrence in infertile endometrial cancer patients after in vitro fertilization treatment. Wei H, Pan N, Wang Y, Ma C Front Endocrinol. 14:1224622, 2023 ↩︎
- Early and Innovative Rehabilitation in Warkany Syndrome 2 Associated with Agenesis of the Corpus Callosum: Settimo C, Bonanno L, Tresoldi M, Muratore R, Cucinotta F, Tripodi E , Piccolo A, Anchesi S and Impallomeni C A Case Report. Children 9,722, 2022 ↩︎
- The risks of birth defects and childhood cancer with conception by assisted reproductive technology. Luke B, Brown MB, Wantman E, Schymura MJ, Browne ML, Fisher SC, Forestieri NE, Rao C, Nichols HB, Yazdy MM, Gershman ST, Sacha CR, Williams M, Ethen MK, Canfield MA, Doody KJ, Eisenberg ML, Baker VL, Williams C, Sutcliffe AG, Richard MA, Lupo PJ: Hum Reprod. 31;37, 2022 ↩︎
- Cancer Risk Among Children Born After Fertility Treatment. Hargreave M. JAMA Netw Open. 2024 May 1;7(5):e249435. doi: 10.1001/jamanetworkopen.2024.9435. PMID: 38696173. ↩︎
- Maternità surrogata o per altri e il mercato riproduttivo. Adriano PessinaMedicina e Morale 2018/1: 5-9 ↩︎
- L’uomo disincarnato. Dal corpo carnale al corpo fabbricato, S. Agacinski, Neri Pozza, Vicenza 2020. ↩︎
- Introduzione alla Bioetica. Temi e problemi attuali. Aldo Rocco Vitale. Ed. Il Cerchio. ↩︎
- Alberto Gambino .Intervento Roma 2024. International Conference for the uUniversal abolition of Surrogacy ↩︎