Mentre impazza la pandemia e si fa fatica a reperire le risorse per l’approvvigionamento dei DPI per il Personale Sanitario e gli altri operatori, mentre le famiglie e le imprese sono già alle prese con i morsi della crisi economica la Regione Toscana sottrae 80.000 euro a queste necessità primarie per garantire un servizio quantomeno discutibile e sicuramente non essenziale.
da: L’Occidentale del 26 marzo 2020
Stabilire le priorità nelle politiche sanitarie, si sa è di cruciale importanza. Lo deve saper bene la Regione Toscana, guidata dal rossissimo Enrico Rossi, la cui giunta tre giorni fa, 23 marzo, Anno domini 2020, in pieno cataclisma pandemico ha pensato bene di approvare una delibera che stanzia 80mila euro a favore della Usl Toscana Nord ovest per proseguire le attività del consultorio Transgenere.
Ora, se non avessimo in mano la delibera (numero 379 del 23 marzo appunto) si potrebbe pensare a uno scherzo. E invece è tutto vero. La giunta regionale, si legge, su proposta della assessore alla sanità Stefania Saccardi, intende “dare continuità all’attività svolta dal Consultorio Transgenere in Toscana per potenziare la capacità di risposta del sistema sanitario regionale alle persone e alle famiglie per la disforia di genere” e per tale obiettivo assegna “a favore dell’azienda USL Toscana Nord Ovest, la somma complessiva di euro 80.000 per la prosecuzione delle attività del Consultorio Transgenere, annualità 2020“.
Le priorità, dicevamo. In un Paese piegato da un virus che ha fatto sinora 7.503 morti contagiando 74mila persone (2972 casi accertati in Toscana e 142 decessi), con i medici che chiedono mascherine, ventilatori, posti letto, con corse contro il tempo per costruire ospedali, con raccolte fondi e appelli fatti a donare quanto possibile per evitare che la sanità italiana collassi, la Regione Toscana ha voluto mettere subito 80mila euro nelle casse della Ausl per potenziare l’attività del consultorio transgender.
Paradosso nel paradosso: i servizi ambulatoriali e le prestazioni sanitarie non di urgenza oggi sono sospese nel maggior parte del Paese (comprese le visite psicologiche) proprio per liberare risorse mediche e infermieristiche per l’emergenza Covid, quindi questa delibera potenzia un servizio di fatto fermo.
Ma questo, ai paladini dei diritti civili a tutti i costi, di coloro che combattono ogni cosa, anche il virus, con l’arma formidabile dell’antifascismo e della libertà sessuale, non importa. Ottantamila euro subito sul tavolo per sostenere psicologicamente le persone transessuali. Tanto per dare una idea a spanne: con quei soldi si sarebbero potuti comprare 8 ventilatori polmonari e circa 40mila mascherine professionali (compreso il caro-prezzi).
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