Alle ore 8.24 dell’11 luglio 2019 nell’Ospedale Centrale di Reims è morto Vincent Lambert.
L’Osservatorio di Bioetica di Siena condivide il dolore dei parenti e offre una breve riflessione riportando alcuni significativi commenti apparsi sui media.
Nel 2008 in seguito a un incidente stradale era divenuto tetraplegico in stato di minima coscienza. E’ diventato in Francia e poi per tutto il mondo un simbolo della lotta per il fine vita. Jean e Viviane, suoi genitori e il nipote Francois si sono battutti in tutti i modi a loro possibili per impedire che fossero interrotte cure e alimentazione che lo tenevano in vita. Viceversa la moglie Rachel e altri familiari richiedevano la sospensione delle semplici cure che permettevano a Vincent di rimanere in vita. Nonostante l’appello dell’ONU e della CEDU che hanno invitato i medici francesi a non avviare procedure eutanasiche, in seguito all’ultima decisione del tribunale, dal 3 luglio i medici gli avevano sospeso idratazione e nutrizione, sottoponendolo a sedazione profonda. Da lunedì i parenti hanno definito purtroppo “inevitabile” la morte di Vincent anche per effetto della sedazione.
Il Cardinale Robert Sarah, prefetto della Congregazione per il Culto divino ha dichiarato: “In questo triste giorno, prego per l’eterno riposo dell’anima di Vincent Lambert, morto come martire, vittima della spaventosa follia degli uomini del nostro tempo. Prego per la sua famiglia e specialmente per i suoi genitori, così coraggiosi, così degni”
Don Roberto Colombo, docente della Facoltà di Medicina e Chirurgia, Università Cattolica del Sacro Cuore, e membro ordinario della Pontificia accademia per la vita ha affermato: “Di fronte alla morte di un uomo resta il raccoglimento, la preghiera e la carità di condividere il dolore con chi piange un proprio caro o amico che non è più visibilmente presente. Ci stringiamo con rispetto e affetto attorno alla famiglia Lambert e alla grande famiglia della Chiesa francese di cui Vincent è un figlio amato”, ed ha aggiunto :“ Quando però la morte non è naturale, ma intenzionalmente provocata da mano d’uomo – prosegue -, allora non si può tacere. Non si deve tacere né mettere a tacere la nostra coscienza. E bisogna dire a voce alta: questo non è giusto!…. Non è morto questa mattina a causa della sua malattia. Un giorno, non sappiamo quale, la patologia muscolare e cerebrale cui era affetto avrebbe posto fine alla sua vita terrena. Ma fino all’inizio del protocollo eutanasico, dieci giorni fa, era clinicamente stabile e niente affatto in fin di vita”. Invece, sottolinea Colombo: “E’ stata la privazione di idratazione e nutrizione, applicata in sedazione profonda del paziente, a condurlo alla morte e tutto questo è clinicamente evidente non solo per i medici specialisti ma a tutti: sia quelli che hanno voluto e praticato l’eutanasia omissiva, ritenendola nell’interesse di Vincent e di alcuni membri della famiglia, sia ai medici che si sono detti contrari a questo atto, considerandolo inaccettabile professionalmente ed eticamente. Negli anni passati il dialogo tra i medici e la famiglia, e tra questi due soggetti e la magistratura francese, è stato cercato, perseguito con tenacia e a ogni livello. Ma ha prevalso la cultura dello scarto e della morte su quella dell’accoglienza e della vita. Quando si ergono muri che fermano il cammino della vita di un disabile, quando s’impedisce l’accesso di un malato al porto sicuro delle cure fisiologiche essenziali e inalienabili per tutti, il dialogo si interrompe e non resta che denunciare con forza la violenza disumana dell’eutanasia, anche quella che si presenta con il volto falsamente pietoso della sospensione di idratazione e nutrizione sotto sedazione”. Il prof. Colombo ha concluso:” Non vi sono ragioni cliniche incomprensibili od oscure dietro a questa morte: è un atto non degno della medicina e umanamente aberrante”. Condividiamo tali affermazioni.
La Francia ha fatto la sua scelta. I giornali già parlano di Vincent Lambert come di un «caso» (Le Monde) buono per introdurre una legge sull’eutanasia o di un «emblema» (la Repubblica). La Francia ha fatto la sua scelta di «civiltà», una civiltà della morte dove ora gli altri 1.500 disabili che si trovano nella stessa situazione di Lambert sono in pericolo.
In Italia si stima che siano circa 3000 i disabili nelle stesse condizioni di Lambert. Occorre chiedere al nostro Parlamento di varare al più presto una Legge che scongiuri l’eutanasia in Italia.
Con Vincent oggi, con Alfie, Charlie e molti altri martiri dei nostri giorni muore un pezzo di noi, muore un pezzo delle nostra civiltà, eliminando i deboli e gli ammalati muore la medicina e si ritorna come dice ancora il Cardinale Sarah “ai riflessi più arcaici delle società primitive che si sono date il diritto alla vita e alla morte per i bambini e per alcune categorie della popolazione. I medici sono chiamati a proteggere la vita, non a fermarla. ».